Partiamo con uno dei tormentoni delle ultime settimane. La crisi del Siena è senza fine, peggio di un serie televisiva horror quella dei bianconeri. Sei sconfitte di fila e 7 ko nelle ultime 9 giornate e un modestissimo tredicesimo posto in classifica. La Serie B sognata dalla proprietà armena appare come una chimera lontanissima. Errori su errori culminati con l’addio del diesse Giorgio Perinetti, che ha scelto di farsi da parte. Un esonero voluto dalla proprietà (aveva sfiduciato l’ex dirigente di Genoa e Napoli da diversi giorni) mascherato sotto forma di dimissioni, che verranno vidimate e accettate nelle prossime ore: pronta la risoluzione del contratto. Al suo posto possibile promozione interna per Andrea Mussi, ma si valuta anche Peppe Cannella col quale ci sono stati i primi approcci telefonici dopo lo scivolone di Pesaro. Da non escludere – come accaduto l’anno scorso per la panchina – un uomo dell’Est diretta emanazione della proprietà. Non trovano conferme le voci circolate in serata su un profilo di grande esperienza e vincente a queste latitudini (due anni fa la promozione col Vicenza) come Giuseppe Magalini, mentre per la panchina appare ai titoli di coda l’interregno di Paolo Negro che non rimarrà da collaboratore. Pierpaolo Bisoli aveva raggiunto un’intesa di massima per un contratto di 18 mesi nei giorni scorsi e aveva parlato direttamente con il presidente oltre che con Perinetti. Ecco perché resta il candidato forte per la panchina, anche se non riceve segnali da 24 ore dal club. Dall’esonero di Gilardino in poi il Siena ha iniziato il suo tracollo: disastrosa la scelta di Maddaloni (caldeggiata a Perinetti da Marcello Lippi, vatti a fidare degli amici…) ora serve chiarezza onde evitare di sprofondare ancora più in basso. Non semplice ma neppure impossibile per una società che ha troppe teste in dirigenza. Tutti vogliono avere voce in capitolo e ciò alla lunga c’era solo confusione.
fonte :tuttomercatoweb